Tematica: CASTELLI NEL NOVECENTO - Le ceramiche S.P.I.C.A. (Società Prodotti Italiani Ceramici Affini) Titolo: Le ceramiche SPICA attraverso le memorie del sig. Peppino Di Nino. Descrizione Le ceramiche SPICA attraverso le memorie del sig. Peppino Di Nino. Raccolgo in questa pagina le memorie del Signor Giuseppe detto Peppino Di Nino, nato a Castelli nel 1932 ed ora residente a Cunardo (Varese) dove gestisce ancora oggi una manifattura ceramica. Da ragazzo ha abitato presso “le Casette” ovvero nell’area prospiciente lo stabilimento prima S.I.M.A.C. e poi S.P.I.C.A. ed ha successivamente lavorato presso la S.P.I.C.A. in qualità di torniante o stampatore dal 1947 all’agosto del 1960. Trascrivo di seguito le notizie relative alla sola produzione ceramica vascolare in maiolica e terraglia, desunte dall’intervista al signor Peppino, suddivise per esigenze di sintesi in punti tematici: Dopo la chiusura della Simac nel 1938 ed il passaggio dello stabilimento alla Società Porcellana Italiana Candele d’Accensione, con sede in Romagna, Il signor Peppino ricorda perfettamente che il signor Potito Randi, oltre la produzione di Candele, incominciò la fabbricazione di maioliche nell’anno 1940. All’inizio con un limitato numero di collaboratori decoratori (5/6 pittori) producendo solo ed esclusivamente piatti. Questa limitata attività si protrasse per circa due - tre anni. La lavorazione della ceramica era affidata in questo periodo a: Un uomo per la preparazione della creta: Antonio … (?) Uno stampatore: Certo Vincenzo di Federico (lavorò dal 1940 al 1943-44 per poi trasferirsi in Francia). Una donna: Certa “Minichetta”, che aveva il compito di “rifilare i piatti”. La lavorazione della creta avveniva nell’edificio situato immediatamente a destra del cancello d’ingresso dello stabilimento, edificio tutt’ora visibile. Il laboratorio decorazione era costituito da un grande ambiente prospiciente la fornace circolare e quindi facilmente individuabile nell’attuale fabbricato sito “più a valle”, parallelamente ed a sinistra de corpo di fabbrica principale, dove erano gli uffici. Per intenderci quello sito a destra dell’attuale ciminiera. Al suo interno si provvedeva anche alla smaltatura degli oggetti. Il signor Peppino di Nino ricorda fra i decoratori: Oltre ai bravi Filiberto De Angelis e Eugenio D'Annunzio, anche Vincenzo Paoletti, Pasquale Sciannella, Francesco Mancini, Enzo D'Annunzio, Nicola Ciavardoni e Aldo Pardi. La decorazione a pennello fu eseguita per una decina d’anni, dal 1940 fino al 1952 circa. Successivamente dai primi anni ’50 si produsse solo oggetti decorati in decalcomania. Gli oggetti venivano cotti in un forno circolare a legna molto grande “a 4 bocche, alto circa 3 metri …” situato esattamente dove oggi è la ciminiera in mattoni, anzi il suddetto forno fu distrutto e probabilmente costituisce la base dell’attuale detta ciminiera, visibile ancora oggi. Solo dopo la distruzione del “forno circolare” si provvide a costruire un forno “a tunnel”, intorno al 1949-50 da utilizzare per la cottura della ceramica, incrementando notevolmente la produzione. L’apice della produzione ceramica, fu raggiunta dalla S.P.I.C.A. nel dopoguerra ovvero fra il 1947-48, quando inizia la produzione di terraglie. Dal 1949-50 fino al 1960, ovvero per circa una decina d’anni si inquadra anche la realizzazione della cosiddetta “Terraglia Forte”. La produzione di ceramica in terraglia forte e decalcomanie si protrasse quantomeno fino a quando lo stesso sig. Peppino ha lavorato nello stabilimento, ovvero fino al 1960. Lo stesso ricorda che gli oggetti presentavano anche un limitato uso della decorazione a pennello, utilizzato solo per le filettature di piatti. Il signor Peppino ricorda inoltre Giulio Ricci e suo fratello Riccardo che abitavano insieme, prima del matrimonio di Giulio all’interno dello stabilimento. Giulio si occupava di scultura, non dipingeva, “non l’ho mai visto dipingere”. Riccardo Ricci ha abitato con suo fratello all’interno della S.P.I.C.A. per un paio d’anni. Autore e data pubblicazione documento Diego Troiano / 29 novembre 2011 1
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